Riportiamo di seguito una brevissima sintesi della dichiarazione del DIP (Partito Operaio Rivoluzionario) sulle elezioni locali tenutesi in Turchia il 31 marzo 2019.
Il governo AKP di Erdoğan in Turchia ha subito un'umiliante sconfitta alle elezioni locali turche. La classe operaia ha punito il governo di Erdoğan per la profonda crisi economica presente sotto forma di una stagflazione che ha attanagliato il paese negli ultimi sei mesi e promette di causare ulteriori danni alla popolazione operaia nel prossimo futuro.
L'AKP ha ceduto all'opposizione le tre città più grandi della Turchia: Istanbul, la capitale Ankara, e Izmir. Si tratta di una sconfitta di proporzioni storiche. Istanbul e Ankara erano nelle mani dell'AKP da un quarto di secolo! Inoltre, il candidato che l'AKP ha presentato per la carica di sindaco metropolitano di Istanbul era una personalità straordinariamente forte del partito, Binali Yıldırım, il quale ha precedentemente ricoperto le cariche di Ministro dei Trasporti, Primo Ministro e Presidente del Parlamento.
Oltre ad Istanbul ed Ankara, l'alleanza AKP-MHP, la coalizione reazionaria islamista-fascista de facto che governa il paese dal fallito tentativo di colpo di stato del 2016, ha perso altre grandi città come Antalya, Adana e Mersin, così come molte città più piccole. Nel complesso, questo è un netto rifiuto della ripugnante politica economica dell'AKP da parte degli operai e dei lavoratori delle città più avanzate della Turchia nel cuore industriale del paese. Le città che Erdoğan e l'AKP sono riusciti a mantenere sotto la loro egemonia sono, con alcune eccezioni, centri provinciali arretrati e aree rurali che giocano un ruolo limitato nella moderna vita economica del paese.
Al danno si aggiunge la beffa, poiché le elezioni sono state segnate dall'assurdo episodio del conteggio dei voti a Istanbul, la città più avanzata e alfabetizzata del paese. Una volta diventato chiaro che Binali Yıldırım, il candidato dell'AKP di Istanbul, stava per perdere, in una fase avanzata in cui era stato contato il 98,8% dei voti, il conteggio si è fermato alle 23:20 della notte e fino alle 10 di lunedì mattina! L'intero paese è stato preso in ostaggio dal sistema di dispotismo che lo governa da anni! Il tempo è stato congelato e tutte le operazioni si sono fermate! Solo il lunedì mattina, quando era ovvio che non era possibile imbrogliare e truccare, l'AKP ha finalmente ammesso la sconfitta. Tuttavia, non è ancora da escludere una sorpresa dell'ultimo minuto.
Sotto il segno di TUSİAD
L'Associazione degli imprenditori e degli industriali turchi (TUSIAD) ha pubblicato un memorandum in occasione della chiusura dei seggi. Il messaggio era chiaro e forte: da oggi fino a giugno 2023, cioè per quasi quattro anni e mezzo, non ci sono elezioni pendenti. La priorità, pontifica TUSIAD, dovrebbe essere la "riforma strutturale dell'economia".
Questo è chiaramente un opportunismo di primo ordine. Calcolando che senza elezioni all'orizzonte, il governo non ha bisogno di rispondere alle critiche, TUSIAD ritiene di poter chiamare il governo ad attaccare sfacciatamente i diritti e i guadagni della classe operaia.
Ciò che è molto significativo è che tutti i maggiori partiti borghesi, che fossero o meno a conoscenza del memorandum TUSIAD, hanno condiviso nelle loro dichiarazioni post-elettorali il linguaggio usato dall'organizzazione del capitale finanziario. Sia Erdoğan che il suo alleato Bahçeli, leader del principale partito fascista in Turchia, hanno sottolineato che il prossimo è un periodo "senza elezioni" e che tale periodo dovrebbe essere utilizzato per le riforme economiche. Kılıçdaroğlu, leader del principale partito di opposizione, ha assicurato a tutti di essere pronto ad assumersi tutte le responsabilità che ricadrebbero sulla propria organizzazione per la "risoluzione della crisi economica". I partiti borghesi si preparano ad attaccare la classe operaia con lo scopo di scaricare sulle sue spalle il peso della crisi.
Quello che i partiti borghesi considerano un "periodo ininterrotto di riforme", il DIP (Partito Operaio Rivoluzionario) lo considera un periodo in cui dovrà essere condotta una lotta di classe ininterrotta di fronte a una profonda crisi economica. La classe operaia si è resa conto che il governo Erdoğan non è un colosso invincibile. Il governo è debole, poiché ha la sua base di appoggio non nelle affollate città industriali, ma nelle retrovie delle province. La profondità della crisi economica è destinata a spingere la classe operaia a opporre resistenza alle condizioni inevitabilmente brutali imposte dal governo.
Per un'assemblea costituzionale libera!
Le elezioni hanno dimostrato ancora una volta chiaramente che la magistratura e i media in Turchia sono irrimediabilmente legati da catene al potere esecutivo monopolizzato da Erdoğan. Il nuovo assetto costituzionale ha anche privato il parlamento di molti dei suoi poteri, affidando al presidente della repubblica un ampio spazio per governare tramite decreto. Siamo così di fronte a un regime che diventa sempre più dispotico, di giorno in giorno. E sempre più l'opposizione borghese si sta abituando all'idea di questo cosiddetto "regime presidenziale".
Il DIP fa appello ad un Fronte unito operaio tra tutte le diverse organizzazioni della classe operaia, a cominciare dai vari sindacati, per fermare l'offensiva che la borghesia scatenerà sulle classi lavoratrici per far pagare loro la crisi economica. L'anomalia costituzionale che si è venuta a creare non è riformabile. Facciamo appello un'assemblea costituente libera che può emergere solo dalle lotte della classe operaia e degli oppressi. Nel complesso, la profonda crisi in cui si è trovata la società può essere superata solo da un governo degli operai e dei lavoratori.