Quarto giorno. Giovedì 2 luglio.
L'accumulo di tensione accelera con l'avvicinarsi del giorno del referendum. La paura di massa, coltivata intensamente da quasi tutti i media borghesi per manipolare l'opinione pubblica al fine di far vincere il sì, si combina con continue prese di posizione provocatorie dei capi della Commissione europea, del Consiglio europeo, della BCE, del Parlamento europeo, dalla Cancelliera Merkel e dal suo ministro delle finanze Schäuble, dal Presidente francese Hollande e dai suoi ministri e via dicendo. Tutti sono ai loro ordini, nel fare appello al "sì" e nel rivendicare - adesso apertamente - le dimissioni del governo Tsipras e la sua sostituzione con un governo di "unità nazionale" o di tecnocrati nominati. Il democratico imperialismo europeo chiede apertamente lo strangolamento della democrazia parlamentare, in nome della quale esso stesso governa.
Non va sottovalutato neanche il ruolo dei media internazionali. La "seria" agenzia Reuters ha pubblicato una foto della splendida manifestazione del "no" del 29 giugno in piazza Syntagma spacciandola come una foto della manifestazione reazionaria pro-"sì" del giorno successivo, notevolmente meno grande!
Manifestazioni di paura, ma anche di sfida, si vedono ogni giorno nelle strade di tutte le città del paese. Il conflitto civile emerge. Un piccolo ma caratteristico esempio: un gruppo di compagni dell'EEK stava facendo campagna per il "no" e per il nostro programma rivoluzionario nelle strade del quartiere popolare di Petralona, non lontano dall'Acropoli, quando è stato attaccato brutalmente da manifestanti "civili" pro-"sì", arrestato dalla polizia, e più tardi scarcerato.
Oggi, il KKE stalinista ha tenuto una manifestazione piuttosto partecipata in piazza Syntagma. Nel suo discorso, il segretario generale dell KKE, Dimitris Koutsoumbas, ha sostenuto il voto nullo al referendum. Nello specifico, di renderlo nullo attraverso un particolare volantino stampato e distribuito dal KKE per l'occasione, con su scritto "No sia al governo Syriza che al memorandum dell'UE".
Questo non è semplice settarismo: è cecità politica reazionaria in un momento estremamente cruciale e drammatico della storia della classe lavoratrice. Manifesta il distacco dalla realtà da parte di una burocrazia sclerotica, che mette la sua autoconservazione al di sopra degli interessi di classe dei lavoratori e al servizio del sistema capitalista in crisi. In una situazione in cui gli orchestratori dell'isterica campagna pro-UE resuscitano tutti i vecchi slogan della propaganda anticomunista e imperialista della guerra civile greca degli anni Quaranta, i burocrati alla testa del KKE non fanno altro che gettare discredito sul comunismo.
Anche Antarsya, coalizione di circa 20 gruppi di natura centrista, ha organizzato oggi insieme ad un piccolo fronte di nazionalisti chiamato MAS un suo raduno in centro, nello stesso posto in cui ieri c'è stata la manifestazione dell'EEK. Hanno fatto appello al "no" per il voto di domenica e allo stesso tempo hanno criticato Syriza con una retorica simile a quella del KKE, rivendicando una rottura con l'UE e l'euro e il ritorno alla dracma, senza rompere con il quadro capitalista.
Domani sarà l'ultimo giorno di campagna referendaria prima del voto di domenica. Ad Atene ci saranno due grandi manifestazioni degli opposti schieramenti.
La destra reazionaria del "movimento della società civile" (?) "Restiamo in Europa" - l'autoproclamata Euromaidan greca - si vedrà allo stadio di Atene.
La manifestazione popolare per il "no" convocata da Syriza sarà a piazza Syntagma. L'EEK vi parteciperà con le sue bandiere. Al contrario, il KKE e i maoisti (anche questi ultimi invitano all'astensione) la boicotteranno. Antarsya è divisa: una parte vi parteciperà e un'altra parte no.
Lo Stato e le TV private offrono ore e ore ai sostenitori del "sì" e molto meno a Syriza e ai sostenitori del "no". All'EEK il ministero ha concesso solo 10 minuti nella TV nazionale...