Akdeniz: Dünya devriminin yeni havzası!

The Mediterranean: new basin of world revolution!

البحر الأبيض: الحوض الجديد للثورة العالمية

مدیترانه: حوزه جدید انقلاب جهانی

Il Mediterraneo: nuovo bacino della rivoluzione mondiale!

Μεσόγειος: Νέα λεκάνη της παγκόσμιας επανάστασης!

Derya Sıpî: Deşta nû a şoreşa cihânê

Միջերկրական ծով: նոր ավազանում համաշխարհային հեղափոխության.

El Mediterráneo: Nueva cuenca de la revolución mundial!

La Méditerranée: nouveau bassin la révolution mondiale!

Mediterrâneo: bacia nova da revolução mundial!

Dichiarazione del Centro Socialista Balcanico Christian Rakovski e di RedMed: Combattere la spinta verso la guerra reazionaria imperialista, sionista e saudita in Medio Oriente!

Stop al massacro dei palestinesi!

Abbasso lo Stato sionista razzista d'Israele!

Per la sconfitta dell'imperialismo e del sionismo!

Tre sviluppi nell'arco di tre giorni hanno incendiato il Medio Oriente. L'elemento tragico è l'omicidio a sangue freddo, il 14 maggio, durante la legittima "Marcia del Ritorno", di almeno 61 palestinesi, tra cui cinque bambini, da parte dell'esercito israeliano al confine tra Israele e Gaza, che ha anche provocato migliaia di feriti. Ma questa è solo un'estensione della spudorata politica guerrafondaia in Medio Oriente perseguita dall'amministrazione Trump e dallo stato sionista d’Israele. Il 12 maggio, Donald Trump ha deciso di ritirare dall'accordo firmato tra l'Iran e i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza più la Germania e l'Unione europea nel 2015, un accordo che prevedeva la cessazione del programma nucleare iraniano in cambio della revoca delle sanzioni nei confronti di quel paese. E il 14 maggio gli Stati Uniti hanno aperto la nuova ambasciata a Gerusalemme/Al Quds, riconoscendo ufficialmente questa città storica di importanza unica per le tre religioni monoteiste del mondo, ebraismo, cristianesimo e islam, che sono anche attualmente le maggiori religioni del Medio Oriente, come capitale dello stato sionista d'Israele, creando così una polveriera pronta ad esplodere.

Il ritiro degli Stati Uniti dal trattato con l'Iran del 2015 implica il ritorno dell'embargo commerciale e finanziario nei confronti dell'Iran, che Trump minaccia di applicare a tutte le società che stabiliscono relazioni economiche e finanziarie con l'Iran, comprese quelle dei suoi alleati nell'Unione europea.

Sia il ritiro dall'accordo che il trasferimento dell'ambasciata statunitense a Gerusalemme/Al Quds implicano un sostegno significativo alle politiche di guerra del sionismo contro l'Iran e il popolo palestinese. Israele ha già compiuto i primi passi in questa direzione bombardando le basi iraniane in Siria.

La decisione di Trump di ritirarsi dall'accordo con l'Iran è anche un chiaro sostegno all'Arabia Saudita, che fomenta subdolamente una guerra di tutti i tipi di gruppi settari sunniti contro gli sciiti intorno al Medio Oriente e i loro alleati Alauiti, alimentando le fiamme della guerra civile in Siria, scatenando una sanguinosa guerra in Yemen contro gli sciiti Houthi e minacciando una guerra totale contro l'Iran.

La politica di Trump si articola quindi su tre assi: In primo luogo, è una mossa che risponde alle preoccupazioni di Israele per l'unico Stato in Medio Oriente che possa davvero sfidarlo, l'Iran. Dalla distruzione del regime di Saddam Hussein attraverso l'invasione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti e del Regno Unito dopo il 2003, Israele ha visto l'Iran come il suo principale antagonista nella regione.

In secondo luogo, la politica di Trump incoraggia anche l'Arabia Saudita e i suoi alleati a condurre una guerra settaria contro l'Iran. La frattura tra sunniti e sciiti in Medio Oriente è davvero una copertura per la rivalità tra i due giganti del petrolio e del gas della regione, l'Arabia Saudita e l'Iran. Il centro della reazione politica in Medio Oriente, l'Arabia Saudita, ha costruito un'alleanza militare sunnita, chiamata Alleanza militare islamica contro il terrorismo, per fare la guerra all'Iran. Questo tipo di guerra settaria è destinata a costare milioni di vite in tutto il Medio Oriente, a cominciare dai paesi in cui le due confessioni coesistono, come l'Iraq, il Libano, la stessa Arabia Saudita, nonché la Siria e lo Yemen, dove la guerra settaria ha già mietuto centinaia di migliaia di vittime.

Terzo, e più urgente, la provocazione statunitense sullo status di Gerusalemme/Al Quds è un chiaro segnale del fatto che l'amministrazione americana di Trump sostiene pienamente le politiche reazionarie del governo di Netanyahu.

Tutto ciò ha innescato una nuova escalation della tendenza imperialista a creare guerre e catastrofi.

Nessuna fiducia dovrebbe essere riposta nelle potenze imperialiste europee né per quanto riguarda l'accordo nucleare con l'Iran né per il destino dei palestinesi: per quanto riguarda il ritiro degli USA dal trattato nucleare, l'Europa "si è dispiaciuta" per la decisione, ma probabilmente sarà tutto quello che farà. Giganti come Airbus, Volkswagen, la compagnia petrolifera francese Total e altri hanno firmato contratti con l'Iran e hanno iniziato le consegne.  Tuttavia, la società danese Maersk, la più grande impresa di container per il trasporto di petrolio del mondo, ha già dichiarato che dovrà abbandonare gradualmente l'attività in Iran a causa delle sanzioni statunitensi. Total, mercoledì, ha anche annunciato che stava per ritirare la sua partecipazione del 50,1% nel campo petrolifero di South Pars 11. Ciò dimostra che l'iniziativa dei funzionari dell'UE di dare conforto alle imprese dell'Unione Europea che operano in Iran sta semplicemente salvando la faccia e rappresenta un metodo per salvare le imprese più piccole dal fallimento. L'esperienza dimostra che queste potenze si schierano al fianco degli Stati Uniti nonostante i disaccordi temporanei come la guerra del 2003 e l'invasione dell'Iraq. E non va dimenticato che il Regno Unito e la Francia hanno collaborato di recente con Trump per bombardare la Siria e dilaniarla.

Oltre alle potenze imperialiste, anche Russia e Cina devono fare attenzione a non approfondire la guerra commerciale dichiarata da Washington contro di loro. Trump ha decimato il gigante mondiale russo dell'alluminio Rusal, costringendo l'oligarca che ne era il principale azionista a vendere le sue azioni. La Russia non è un alleato affidabile dei popoli oppressi della regione: Il 9 maggio, alla vigilia della dichiarata apertura dell'Ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme, in occasione del grande Giorno della Vittoria antifascista, Netanyahu è stato ospite ufficiale della sfilata di Mosca a fianco di Putin. Si è trattato di una nuova pugnalata alle spalle del popolo palestinese e di tutti i popoli arabi, nonché del popolo iraniano, nel contesto della diplomazia segreta di questo regime bonapartista.

Sebbene l'escalation della minaccia di guerra in Medio Oriente abbia dinamiche più profonde, ha anche causato un'escalation della recente tendenza di una guerra commerciale su scala mondiale che Trump ha innescato.

La crescita alle elezioni irachene di Moqteda al-Sadr, nemico giurato degli Stati Uniti, è una possibile minaccia per i piani statunitensi nella regione, come lo è certamente la vittoria di Hezbollah alle elezioni in Libano. Il governo di Erdoğan in Turchia e il Qatar sono sotto la pressione degli Stati Uniti e dell'Arabia Saudita, da quando hanno tergiversato sulla questione dell'Iran e si sono posto in mezzo al guado. C'è poi il crescente conflitto tra Turchia e Grecia che alimenta la pericolosa situazione. L'8 maggio il Primo Ministro greco Tsipras e il Presidente della Repubblica di Cipro Anastasiades hanno concluso un accordo con l'assassino Netanyahu in relazione al gasdotto EastMed, inasprendo la tensione nel Mediterraneo orientale e tra le classi dirigenti guerrafondaie greca e turca.

L'accordo nucleare avrebbe dovuto portare prosperità all'Iran. Tuttavia, la penetrazione di capitali stranieri in Iran negli ultimi due anni non ha giovato minimamente alle masse lavoratrici. Al contrario, il governo iraniano ha perseguito una politica di impoverimento delle masse. Per questo motivo negli ultimi giorni del 2017 è scoppiata nel paese una ribellione popolare che si è estesa alla prima settimana del 2018. Il regime iraniano è dopotutto la migliore soluzione per i profitti delle imprese dei mullah e dei Pasdaran (Guardie rivoluzionarie), i veri beneficiari del regime iraniano. Solo i lavoratori e i poveri dell'Iran possono condurre una guerra efficace contro l'imperialismo e il sionismo.

Chiamiamo la classe operaia internazionale di tutti i continenti a combattere i preparativi imperialisti per una guerra sulla scala dell'intero Medio Oriente.

Abbasso le sanzioni e l'escalation militare contro l'Iran!

Per la sconfitta dell'imperialismo, di Israele sionista e dell'Arabia Saudita in caso di guerra!

Invitiamo tutti i paesi arabi e la Turchia a interrompere tutte le relazioni diplomatiche, militari, economiche e culturali con Israele.

Abbasso Israele sionista! Per una Palestina democratica, laica, socialista!   

Abbasso i regni reazionari, oscurantisti e razzisti, sceiccati ed emirati del Golfo! Per una repubblica democratica del Golfo che liberi i lavoratori stranieri schiavi che costituiscono la classe operaia di questi paesi! Sostegno alla lotta indipendente dei lavoratori e dei poveri dell'Iran contro l'imperialismo, il sionismo e la reazione!

Chiediamo ai lavoratori dei paesi imperialisti di intensificare la lotta di classe contro i loro nemici di classe nel loro paese.

Cacciare via l'imperialismo dal Medio Oriente!

Per una Federazione socialista del Medio Oriente e del Nord Africa!

 

Centro Socialista Balcanico Christian Rakovski e RedMed

18 maggio 2018