Finalmente è stato ammesso che il giornalista saudita Jamal Khashoggi è stato ucciso nel consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul, dove era stato visto per l’ultima volta. L’annuncio è stato fatto dall’agenzia di stampa Saudi Press Agency su quanto dichiarato da funzionari sauditi. Con questa confessione l’Arabia Saudita cerca di addossare la colpa di questo omicidio ad alcuni agenti dell’intelligence. Sono stati fatti i nomi di 18 sospettati. Non c’è dubbio che il principe ereditario Mohammad bin Salman, che controlla l’intero apparato militare e di intelligence e che elimina i suoi avversari utilizzando ogni mezzo possibile, sia il mandante di questo crimine. E ora hanno trovato il modo di coprirlo: “King Salman ha ordinato la ristrutturazione dell’agenzia di intelligence”. E chi sarà a capo del comitato responsabile di questa ristrutturazione? Il principe ereditario Mohammad bin Salman in persona!
Pensano che il mondo intero sia fatto di idioti. Sostengono che i funzionari sauditi si siano recati ad Istanbul per incontrare Khashoggi, poiché c’era la possibilità per lui di tornare in Arabia Saudita. Dicono che la discussione tra le due parti si era inasprita, che il clima si era surriscaldato e che ciò abbia portato all’assassinio di Jamal Khashoggi. Secondo questo scenario grottesco, tutto sarebbe accaduto in maniera spontanea. A quanto pare, l’Arabia Saudita ha degli esperti forensi in tutte le sue ambasciate e li dota di seghe per ossa, nel caso in cui la situazione prenda una brutta piega!
Mentre è palese quanto tutto quanto asserito sia una nefandezza, Trump dichiara che l’inchiesta e le dichiarazioni saudite sono affidabili. Chiaramente, senza menzionare minimamente i forti legami e l’alleanza che intercorre tra i due paesi, come in tutte le dichiarazioni fatte di recente dall’amministrazione statunitense.
Uno scenario accuratamente delineato
Non ci sono state indagini dal 2 ottobre, quando Khashoggi è stato ucciso. Piuttosto si è provveduto a delineare uno scenario, scritto dal trio USA, Arabia Saudita e Turchia.
Squadre di esecuzione, esperti forensi con seghe per le ossa e agenti dell’intelligencehanno partecipato alla costruzione di questo scenario. Il principe ereditario Mohammed bin Salman appare come un éminence grise dietro a questa squadra. In questo incidente troviamo gli assassini, una vittima, il sangue, la ferocia e quant’altro si può immaginare. Tutto tranne uno stato! L’incidente è avvenuto nel consolato di uno stato, i perpetratori sono funzionari di quello stato, c’è un principe dietro di loro, ma fin dall’inizio lo stato dell’Arabia Saudita è stato tenuto fuori dai giochi. Al punto tale che il console generale dell’Arabia Saudita, la cui residenza, secondo i resoconti, è stata utilizzata per l’esecuzione di Khashoggi, è stato in grado di tornare nel suo paese un giorno prima delle indagini. Libero come un uccello! Non vi è alcun segno di tensione nei rapporti con lo stato saudita. Erdoğan e King Salman parlano costantemente al telefono e “si scambiano informazioni“.
La posizione degli Stati Uniti non è diversa. I rapporti cordiali tra Trump e il suo genero Kushner con il principe Salman sono di dominio pubblico. I media statunitensi che sono ai ferri corti con Trump sono più sensibile alla questione: Mohammed bin Salman riceve molte critiche dai media dell’opposizione ostili a Trump (in particolare il New York Times, il Washington Post e la CNN International). Nonostante questo, vediamo ancora uno tentativo di protezione: dipingono il ritratto di un principe di un paese alleato del Medioriente che perso la testa, non un regno sanguinario. Ogni rappresentante dell’amministrazione statunitense sottolinea l’importanza dell’alleanza e della cooperazione con l’Arabia Saudita, sia alla fine di una dichiarazione che tra le righe. Trump afferma quanto segue: “Ho parlato con il re, non ne era a conoscenza”. Manda il suo Segretario di Stato Pompeo in Arabia Saudita. Pompeo fa ritorno da una visita “utile e fruttuosa“, come lui stesso ha detto. Si reca anche in Turchia per incontrare direttamente Erdoğan e il ministro degli Esteri Çavuşoğlu. Probabilmente gli è stata fatta ascoltare anche la registrazione dell’omicidio, ma il livello di cordialità non è minimamente cambiato!
Tutto ciò indica che cercano di concordare uno scenario comune durante questo intenso traffico tra Washington, Riyadh e Ankara.
La verità che fa comodo…
La divulgazione sistematica dei dettagli più inquietanti dell’omicidio di Khashoggi dovrebbe farci pensare. Questo sforzo mediatico è una parte essenziale dello scenario che hanno costruito. Il continuo focalizzarsi sull’omicidio in sé e sulla sua brutalità è un modo per nascondere i crimini commessi dall’Arabia Saudita.
I massacri di civili, donne e bambini perpetrati nello Yemen dall’Arabia Saudita in funzione di sicario degli Stati Uniti, le esecuzioni di routine, le decapitazioni (che hanno interessato, fra gli altri, il leader religioso degli sciiti sauditi Sheikh Nimr al Nimr e gli stessi membri della famiglia reale saudita), le organizzazioni settarie takfiri che decapitano persone in Siria con denaro saudita, le prese in ostaggio durate intere settimane dei primi ministri di altri paesi arabi, la costrizione di masse di lavoratori immigrati dai paesi asiatici a lavorare in condizioni di schiavitù, l’imposizione di condizioni medievali alle donne… Tutto ciò è celato dietro lo scenario di omicidio, che nasconde l’intera struttura.
Questo omicidio commesso da alcuni agenti dell’intelligence “troppo zelanti” che hanno si sono spinti troppo oltre è stato sistemato in seguito a una “apprezzata” cooperazione tra Stati Uniti, Arabia Saudita e Turchia. Tutti sono liberi di fare affari con questo ricco polo reazionario in Medio Oriente!
Con questo scenario comune l’Arabia Saudita, e il Principe ereditario in particolare, esce pulita da questa situazione imbarazzante. Quantomeno guadagna un bel po’ di tempo mettendo in standby il mondo intero con questa irragionevole ristrutturazione del servizio di intelligence. Gli Stati Uniti continueranno a usare i sauditi come prestatori d’opera, in primo luogo contro l’Iran. L’accordo da 110 miliardi di dollari sugli armamenti è sano e salvo. Ora i sauditi hanno meno possibilità di contrastare le pressioni fatte da Trump per abbassare i prezzi del petrolio. Questo scenario è conveniente anche per Erdoğan. L’Arabia Saudita, dalla quale sta cercando di rubare alcune luci della ribalta per guidare il mondo sunnita-musulmano, è ora in una posizione precaria. Per questo motivo, potrebbe essere addirittura più conveniente per Erdoğan mantenere al potere questo principe ereditario fragile e malconcio, la cui colpa è palese.
Il principe ereditario è completamente fuori dai guai?
Potrebbe essere troppo presto per pensare che Mohammed bin Salman sia completamente fuori dai guai. Perché, anche se questa persona ha fatto un bel ingresso sulla scena con l’aiuto del genero di Trump e Trump, le cose in qualche modo sono cambiate. Poco prima dell’incidente di Khashoggi, Trump si lamentava del re dell’Arabia Saudita dicendo che “non potrebbe essere lì per due settimane senza di noi“, che gli Stati Uniti “li difendono” ma in cambio loro “si approfittano di noi dandoci prezzi elevati del petrolio “.
La libertà concessa alle donne di guidare, l’organizzazione degli spettacoli della WWE nel paese e l’apertura dei cinema sono stati presentati come l’Arabia Saudita che abbracciava l’Islam moderato e Mohammad bin Salman come riformista. Questa narrazione ha subito un duro colpo dopo l’arresto di alcune donne attiviste saudite con cittadinanza canadese e la conseguente crisi diplomatica.
L’Arabia Saudita è il più redditizio e leale tra i paesi sicari dell’imperialismo. Non solo commette massacri per gli interessi di USA e Israele, ma paga anche per questo, proprio come il contratto di 110 miliardi di armi firmato con Trump. Pertanto, i presidenti degli Stati Uniti adorano questo regno. Tuttavia, questo interesse e questo affetto non sono condivisi dal popolo degli Stati Uniti. 11 delle 15 persone che hanno perpetrato l’attacco dell’11 settembre erano cittadini sauditi e l’anno scorso un tribunale degli Stati Uniti ha adottato una decisione che spiana la strada alle vittime dell’11 settembre per citare direttamente l’Arabia Saudita. A causa di ciò, il margine di manovra di Trump è limitato dalle ripercussioni che le marachelle del principe ereditario saudita hanno sul pubblico statunitense. Il destino del principe ereditario potrebbe diventare un campo di battaglia in seno al governo degli Stati Uniti.
Anche se il Principe ereditario viene rimosso dal suo incarico, ciò avverrà, con tutta probabilità, in un secondo momento, con mezzi più discreti. Il fatto che questo vile omicidio, questa atrocità, sia legata al secondo in comando dello stato saudita potrebbe danneggiare lo stato stesso. Pertanto, non importa quale decisione sia stata presa dai suoi padroni imperialisti riguardo al destino del principe ereditario, i crimini dell’Arabia Saudita non saranno portati alla luce.
Basta con l’elogio della “moderazione del governo turco“
Dal punto di vista della Turchia, l’incidente, in poche parole, è il seguente: lo stato saudita è stato colto in flagrante. Il governo turco non ha rilasciato dichiarazioni al fine di ingannare il suo principale concorrente nel mondo sunnita-musulmano e ottenere alcune concessioni. Ma come una forma di ricatto, trapelano le informazioni riguardanti l’omicidio, compresi i dettagli più inquietanti. Pertanto, ciò denuncia il fatto che se la parte saudita non dovesse scendere a compromessi su certe questioni, la Turchia pubblicherà altre prove ancora più importanti, che faranno perdere la faccia all’Arabia Saudita. E questo è quello che è stato elogiato dalla stampa borghese turca come “moderazione del governo turco“. Si applaude all’aver nascosto gli assassini! L’interesse dei lavoratori e delle nazioni oppresse della Turchia e del Medio Oriente sta nel rovesciamento di questi reazionari proprietari terrieri ricchi di petrolio, non nella loro sopravvivenza!
Per quanto riguarda l’amministrazione Trump e Israele, se da una parte entrambi si piegano all’indietro per proteggere lo stato saudita, il fulcro della loro alleanza con gli stati reazionari sunniti-arabi è l’opposizione all’Iran, e insieme con Mohammed bin Salman, con cui hanno fatto affari per due anni, hanno costantemente cercato di riappacificarsi con la Turchia. Ci sono riusciti e hanno coinvolto la Turchia nella stesura dello scenario comune. La Turchia si è trovata al servizio di questo epicentro di reazione, anche se ha avuto problemi con l’Arabia Saudita su diverse questioni, in particolare per quanto riguarda il colpo di stato di al-Sisi in Egitto e l’embargo contro il Qatar. Sotto l’egida dell’imperialismo e secondo gli interessi del sionismo, tutti i loro complici sono stati riuniti su una linea reazionaria.
Dobbiamo rompere questa catena reazionaria sotto l’egida dell’imperialismo e del sionismo. A tal fine, non dovremmo mai smettere di perseguire il caso dell’omicidio di Khashoggi. Il governo turco deve rivelare tutte le informazioni detenute dalle istituzioni dello stato. Che si riveli quanto si sa sul caso Khashoggi! No alla protezione degli assassini, dei mandanti e del sanguinario regno saudita, lacché dell’imperialismo e del sionismo!