La risposta di Recep Tayyip Erdogan alla bocciatura che le elezioni politiche del 7 giugno hanno inflitto a lui e al suo partito (AKP) è stata trascinare la Turchia in guerra. Alla fine di giugno ha ammassato truppe al confine con la Siria. All'inizio di luglio ha stretto un accordo segreto con l'ex generale John Allen, l'inviato speciale di Obama per la coalizione anti-IS, promettendo che avrebbe lasciato utilizzare agli USA la base aerea di Incirlik. Sfruttando l'attacco suicida di Suruç, ha infine messo in pratica il suo piano di guerra. È la guerra di Erdogan, fatta per salvare la sua carriera politica. È la guerra dell'AKP, fatta per far sì che questo partito continui a restare al potere. La classe operaia e tutti i lavoratori devono dire "basta!" a questo piano di guerra, che condurrebbe il paese in un nuovo campo di battaglia dell'orribile lotta in Medio Oriente.
Avendo favorito l'IS per anni, avendogli permesso di usare il confine turco per il loro traffico di petrolio, armi, reclute, per ricoverare milizie ferite etc., avendo reso le città di confine roccaforti dell'IS, avendo quindi sostenuto questa e altre simili organizzazioni di pari passo con il Qatar e l'Arabia Saudita per anni, perché ora questo voltafaccia dell'AKP? Nessuno potrebbe rispondere: "Ovviamente per Suruç!". Suruç è stata una reazione. È stato un avvertimento alla Turchia per l'offerta agli USA della base di Incirlik, a inizio luglio, offerta precedentemente rifiutata per quasi un anno. Esattamente come l'attacco a Reyhanli nel 2013. L'unica differenza è che questa volta l'IS aveva anche un obbiettivo politico da attaccare. Ha attaccato i socialisti in solidarietà con Kobane, facendo capire l'intenzione di voler ricorrere a qualsiasi mezzo pur di soffocare il Rojava, e ricordando all'AKP la necessità dei suoi utili servigi.
Erdogan e l'AKP mirano ad un'offensiva che si avvantaggi da quanto ottenuto dai curdi, giovandosi dell'atmosfera creata dall'attacco di Suruç. Vogliono prendere due piccioni con una fava: mantenere la posizione sul Rojava (a cominciare da Jarablus), e magari giungere presto ad attaccarlo direttamente; e trascinare il PKK nella guerra, creando l'impressione che l'HDP sia un nemico della pace e in questo modo cercando di comprometterlo, sfavorendolo in caso di elezioni anticipate. Erdogan vuole andare alle elezioni come campione dell'"interesse nazionale". L'obbiettivo strategico di questa guerra è la libertà del popolo curdo. L'IS non è nient'altro che una scusa. Dopo il cosiddetto "processo di soluzione" (trattativa sulla questione curda fra PKK e Stato turco, ndt), che continua dal 2008 tra alti e bassi, gli attacchi aerei contro gli accampamenti del PKK nella notte fra il 24 e il 25 luglio sono una dimostrazione inequivocabile di quali siano le reali intenzioni. I raid contro i curdi e i socialisti, così come l'esecuzione sommaria di un militante rivoluzionario (presumibilmente "catturato morto") sono solo un altro aspetto della stessa verità.
Erdogan considerava l'accordo con gli USA troppo pericoloso, nel momento in cui era ancora debole a livello nazionale. Aveva deciso di rafforzarsi, prima. Quando ha capito che l'IS non era in grado di resistere all'YPG/YPJ a Tel Abyad (Gerê Spî) sotto gli attacchi aerei USA, ha deciso di inchinarsi davanti al potente. Ha stretto un patto con l'imperialismo e ha iniziato ad attaccare l'IS, sostenuto fino a poco prima. Ha fornito strutture agli USA e accettato il suo patrocinio. Parla chiaro, Erdogan, per chi stai lavorando in Medio Oriente?
La classe lavoratrice, i poveri e i giovani dovrebbero capire che Tayyip Erdogan è il partner dell'imperialismo. L'attuale battaglia di Erdogan non ha niente a che vedere con gli "interessi nazionali". Si sta asservendo all'imperialismo per i suoi personali interessi! Questa è la nuda verità!
Non è accettando l'egida degli Stati Uniti che si combatte la barbarie dell'IS. L'IS è la creatura, è il Frankenstein nato dall'odio suscitato nei musulmani dalla guerra del Golfo (1991), dalla guerra in Afghanistan (2001), dalla guerra in Iraq (2003) e dagli attacchi di Israele contro il Libano (2006) e quelli, ripetuti, contro la Striscia di Gaza (2008, 2012, 2014); così come dal fanatismo settario creato dalla guerra fra sunniti e sciiti provocata dagli USA durante l'invasione dell'Iraq. Le aggressioni degli USA hanno prima creato Al-Qaeda, e poi l'IS. Un domani creeranno altri e maggiori danni. Solamente i lavoratori, gli operai, i contadini, le popolazioni oppresse, le donne e i giovani della regione possono stabilire un clima di fratellanza nel Medio Oriente. Solo queste forze possono mettere fine all'imperialismo e al settarismo dei takfiri.
Lavoratori, giovani, oppressi! Fermiamo la guerra di Erdogan e dell'AKP, che serve solo a salvare essi stessi! Questa guerra non è contro il terrorismo. Questa guerra è contro il popolo, che ha fatto capire che non vuole Erdogan e l'AKP al potere!
Comitato Centrale del DIP (Partito Rivoluzionario dei Lavoratori)