Akdeniz: Dünya devriminin yeni havzası!

The Mediterranean: new basin of world revolution!

البحر الأبيض: الحوض الجديد للثورة العالمية

مدیترانه: حوزه جدید انقلاب جهانی

Il Mediterraneo: nuovo bacino della rivoluzione mondiale!

Μεσόγειος: Νέα λεκάνη της παγκόσμιας επανάστασης!

Derya Sıpî: Deşta nû a şoreşa cihânê

Միջերկրական ծով: նոր ավազանում համաշխարհային հեղափոխության.

El Mediterráneo: Nueva cuenca de la revolución mundial!

La Méditerranée: nouveau bassin la révolution mondiale!

Mediterrâneo: bacia nova da revolução mundial!

DICHIARAZIONE DELLA SECONDA CONFERENZA EUROMEDITERRANEA DEI LAVORATORI

La seconda Conferenza Euro-Mediterranea sull’Europa in crisi si è tenuta con successo ad Atene, Grecia, il 29-30 marzo 2014, all’ESHEA Hall. Rappresentanti di ventuno(21) organizzazioni e molti militanti a titolo personale da sedici(16) paesi (Grecia, Turchia, Italia, Portogallo, Francia, Gran Bretagna, Finlandia, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Ucraina, Russia, Cipro, Iran, Sud Africa, Argentina). Pubblichiamo qui sotto la dichiarazione finale votata al termine della conferenza.

  • Abbasso i programmi di “austerità” da cannibalismo sociale della troika! No al pagamento del debito! Per una soluzione socialista della crisi!

  • Abbasso tutti i governi capitalisti! Per il potere dei lavoratori!

  • Abbasso l’Unione Europea imperialista – per gli Stati Socialisti Uniti d’Europa!

Noi, partecipanti alla 2° Conferenza Euromediterranea dei lavoratori ad Atene, militanti operai e combattenti sociali, rappresentanti di organizzazione popolari e movimenti sociali in Europa, e internazionalmente, così come di forze della sinistra rivoluzionaria provenienti da differenti tradizioni, impegnati nelle lotte sociali di oggi, ci appelliamo alla classe lavoratrice e a tutti gli oppressi per uno scontro decisivo con le forze del capitale.

  • la disfatta dei programmi di “austerità” da cannibalismo sociale imposti dalla troika UE/BCE/FMI e da tutti i governi capitalisti dell’Europa, per il rovesciamento dei governi della troika;

  • la cancellazione del debito con gli usurai internazionali del capitale finanziario;

  • la rottura decisiva dell’Unione Europea imperialista, per l’unificazione socialista del Continente sotto governi dei lavoratori e il potere dei lavoratori aprendo la strada ad una soluzione socialista internazionalista della crisi.

Noi riconfermiamo le principali considerazione dell’Appello iniziale per questa Conferenza:

La crisi capitalistica mondiale in corso è la base e la forza motrice della barbarie che ci minaccia. Le varie “storie di successo” rivendicate dai governanti in Irlanda, o in Grecia, in Spagna, o in Portogallo, grazie “all’austerità”, cioè al cannibalismo sociale imposto dall’odiata Troika UE/BCE/FMI, dimostrano solo il cinismo delle classi dominanti e dei loro governi. Le “prospettive” di un “recupero dei posti di lavoro”, una contraddizione in termini, non ingannano nessuno. Da sette anni ormai la crisi globale senza precedenti, superando anche la Grande Depressione degli anni ’30, ha travolto il mondo capitalista. L’Europa è divenuta l’epicentro di questa crisi che sta precipitando in un circolo vizioso di sovra-indebitamento e recessione, aggravato ormai da ciò che Christine Lagarde, capo del FMI, ha chiamato “l’orco della deflazione”.

 

La disoccupazione di massa è diventata un incubo senza fine per la grande maggioranza della popolazione, mentre tutti i servizi sociali, in particolare la salute e l’educazione, stanno andando in rovina. I diritti sociali e democratici conquistati nel corso di una lunga storia di dure lotte della classe lavoratrice e di tutti gli oppressi vengono distrutti. Le comunità di migranti devono affrontare la discriminazione razzista e i continui attacchi delle autorità Statali e dell’UE, che sono assistite dai partiti di estrema destra e dalle gang fasciste in crescita. L’UE ha trasformato l’Europa nella “Fortezza Europa” e il Mediterraneo in un cimitero di immigranti come dimostrano le tragedie senza fine di Lampedusa (Italia) o Farmakonisi (Grecia). S’intensifica l’oppressione delle donne, come dimostra la legislazione contro l’aborto introdotta in Spagna, così come la discriminazione contro l’orientamento sessuale, l’esclusione sociale e l’oppressione di tutte le minoranze.

 

Come risposta, la resistenza sociale sta crescendo e mobilitazioni di massa vanno sviluppandosi in particolar modo nell’Europa Meridionale, in Portogallo, Spagna, Grecia, confrontandosi con governi che perdono di legittimità, che proclamano uno “stato d’eccezione” per far pagare al popolo la bancarotta del capitalismo. L’acuirsi della lotta di classe sta approfondendo la crisi di regime in forme e gradi differenti da un paese all’altro. Vittorie parziali come, recentemente, nella lotta per i posti di lavoro dei portuali portoghesi, o contro la privatizzazione della sanità in Spagna, o i prolungati scioperi ed occupazioni nel settore pubblico in Grecia rivelano che la capacità di combattimento della classe lavoratrice e delle masse impoverite è bel lungi dall’essere infranta; al contrario, la crisi socio-economica ha portato ad una crisi politica senza precedenti e ancora irrisolta del sistema parlamentare borghese, una crisi di potere politico.

La questione che si pone con franchezza è non quale partito o coalizione di partiti borghese o di “tecnocrati” nominati al servizio del sistema capitalista possa aprire una via d’uscita dalla crisi, ma quale forza sociale, quale classe, conquistando il potere politico, può porre fine a questa catastrofe sociale infinita, rovesciando il sistema fallito, e riorganizzando tutta la società su nuove basi. La nostra risposta è inequivocabile: solo la classe operaia appoggiata da tutti gli sfruttati, gli oppressi ed i socialmente esclusi può realizzare ciò, può stabilire le basi del socialismo.

La crisi capitalistica mondiale muovendo dal suo epicentro nell’UE, ha destabilizzato economicamente, socialmente, e politicamente tutto il Continente, “dall’Atlantico agli Urali”. Si sono manifestati contrasti netti e tendenze contraddittorie.

In Europa Occidentale, da una parte, in Spagna, due milioni di manifestanti della grandissima Marcia per la Dignità si sono radunati a Madrid il 22 marzo chiedendo il non- pagamento del debito, e il rovesciamento di tutti i governi della troika, dall’altro lato, in Francia, nelle elezioni amministrative, il Front National in crescita ha conseguito una spettacolare vittoria elettorale per via del rifiuto da parte delle masse delle disastrose politiche del governo sociademocratico/ social liberale di Franҫois Hollande.

Nell’Europa Orientale, nei Balcani, e nell’ex spazio sovietico, da una parte, il 5 febbraio 2014, una rivolta proletaria totalmente inaspettata dei lavoratori di Tuzla è cresciuta fino a una completa ribellione di massa dell’itera popolazione impoverita del protettorato UE di Bosnia, nel cuore dei Balcani, nel luogo più emblematico della tragedia prodotta da nazionalismo reazionario e dall’intervento imperialista nell’ex Yugoslavia; dall’altra parte però le agitazioni popolari e la disperazione sociale in Ucraina, dal novembre 2013 in poi, e in particolare nei primi mesi del 2014, è stata presa sotto il controllo e manipolata dagli imperialisti USA, UE, e NATO per imporre la loro propria agenda, i propri tirapiedi e oligarchi pro-USA, pro-UE e pro-Germania, ugualmente corrotti come il pro-Russo Yanukovitch, usando ad Euro-Maidan le organizzazioni naziste “Svoboda”, “Praviy Sektor”, e altri sostenitori delle genocide Waffen SS, truppe d’assalto armate eredi dei collaborazionisti violentemente antisemiti di Adolf Hitler e Stepan Bandera.


 

L’Ucraina

L’Ucraina è la cartina di tornasole per tutti noi, per le forze rivoluzionarie e i movimenti di emancipazione.

L’economia e la società ucraine, intrappolate in un vicolo cieco storico della crisi di transizione, sono implose. Gli imperialista USA e UE sono saltati in questo pericoloso abisso aspettandosi di ridurre il paese in un protettorato e in una base di prima linea della NATO, ai confini della Russia post-sovietica sotto il bonapartismo di Putin.

Confermando un vecchio pronostico di Trotsky della fine degli anni ‘20, la piena integrazione nell’economia capitalistica mondiale dei paesi dove il capitale era stato precedentemente espropriato significa, in questa fase storica dell’epoca del declino capitalista, una colonizzazione di questi paesi da parte dell’imperialismo occidentale sotto un regime fascista o semifascista.

Brzerzinski dal 1991 in poi, come i neoconservatori nella loro aspirazione imperiale ad un “nuovo secolo americano”, chiedevano non solo di circondare la Russia ma il suo smembramento. Le guerre degli anni ‘90 e la frammentazione della Jugoslavia furono l’anticipo di ciò che doveva accadere alla Russia stessa. D’altra parte il Trattato di Maastricht e l’avvio dell’euro da parte dell’asse franco-tedesco dell’UE, era legato fin dall’inizio all’obiettivo strategico di un’espansione ad Est, nell’antagonismo per l’egemonia nel post Guerra Fredda.

Gli eventi ucraini sono un drammatico episodio in questo continuo processo di restaurazione capitalista e di antagonismi imperialistici.

Fino ad ora, la sinistra internazionale ed europea ha fallito la prova della Storia. Ogni genere di riformista e centrista, si è allineato acriticamente all’Euro-Maidan ed è totalmente incapace di distinguere una rivoluzione da una controrivoluzione, acclama il trasferimento del potere per intermediazione del’imperialismo da un clan oligarchico all’altro come… “una vittoria della rivoluzione democratica” o “un’espansione della Primavera araba” !

Noi ci opponiamo in maniera intransigente al nuovo governo oligarchico di Kiev dei tirapiedi dell’imperialismo USA/UE, dove per la prima volta nell’Europa post Seconda Guerra Mondiale sei posti ministeriali della massima importanza sono occupati da forze apertamente naziste. Il loro pogromismo violentemente antisemita, il loro terrorismo e il loro odio etnico sono totalmente occultati dall’imperialismo occidentale, compreso il sionismo israeliano.

Ci opponiamo totalmente alla prospettiva di una disastrosa guerra tra la Russia sotto il bonapartismo di Putin e l’Ucraina ridotta ad un protettorato del FMI e dell’UE. Noi gridiamo forte: No a qualsiasi annessione, no allo smembramento dell’Ucraina, per un Ucraina indipendente, unita e socialista! Pace per tutti i popoli – tutto il potere ai Consigli Operai!

Noi rivolgiamo il nostro attacco principale contro la volontà di colonizzazione dell’imperialismo occidentale da parte della troika FMI/UE/USA, contro il fascismo, contro il pogromismo antisemita ( che il sionismo israeliano cerca di nascondere), contro l’odio etnico dei banderisti, e tutti i nuovi Cento Neri.

Ma ciò non significa affatto che “ci adattiamo al nazionalismo Grande Russo di Putin”. Noi diciamo: l’Annessione della Crimea alla Federazione Russa e le manovre militari ai confini sono solo carte per la contrattazione in un negoziato geopolitico con l’imperialismo aggressivo, che si rivolgeranno presto o tardi contro i popoli di Ucraina e Russia. Noi non possiamo sconfiggere l’imperialismo sotto un regime bonapartista che ha rimpiazzato la pianificazione statale del Gos-plan, con il Gos-clan, lo stato dei clan, in equilibrio tra gli oligarchi e i fautori della restaurazione capitalista sia in Russia che in Ucraina. Ricordare gli epici sacrifici della “Grande Guerra Patriottica” contro l’invasione delle orde hitleriane non significa dimenticare che fu condotta, malgrado la burocrazia staliniana, in difesa della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, non per il nazionalismo Grande Russo o i privilegi dell’elite burocratica, che alla fine hanno aperto la strada alla restaurazione capitalista. Non lotteremo per difendere la ricchezza della nuova “Orda d’Oro” degli oligarchi russi che sono altrettanti gangster e nemici del popolo come i loro compagni ucraini. Chiediamo la confisca delle loro fortune rubate al popolo, il loro esproprio sotto contro operaio da parte di nuovi autentici soviet! Solo una rivoluzione socialista e il potere dei soviet dei lavoratori senza burocrati può porre fine alla restaurazione capitalista, sconfiggere l’imperialismo, e costruire non un’ Unione europea imperialista, una prigione dei popoli al servizio del capitale, non “un’Unione Doganale Euroasiatica” di oligarchi ma una vera, nuova Unione di Repubbliche Socialiste Sovietiche, con pieno rispetto del diritto all’autodeterminazione nazionale, nel quadro degli Stati Socialisti Uniti d’Europa!


 

Europa orientale e Balcani

Le relazioni presentate alla 2 Conferenza Euro-Mediterranea dei Lavoratori dai compagni di Ungheria, Polonia, e Bulgaria chiariscono assolutamente che la “transizione all’economia di mercato e alla democrazia liberale” nell’Europa Orientale post 1989 e nei Balcani celebrata dal capitalismo mondiale è stata una catastrofe sociale ed un fallimento storico. L’Ucraina è stata l’incarnazione di ciò. Ma ovunque in Europa Orientale, malgrado le particolarità nazionali e locali, si presenta un paesaggio sociale simile. Un processo di de-industrializzazione generalizzata: le industrie nazionali sono state privatizzate, letteralmente rubate dagli ex burocrati trasformatisi in elite capitaliste oligarchiche, i loro beni sono stati venduti e poi chiuse, condannando gli operai alla disoccupazione di massa; alla crescita del crimine organizzato, mafie legate agli oligarchi al potere; alla devastazione di tutti i servizi sociali, e degli standard di vita; all’impoverimento di massa della popolazione e all’emigrazione di massa; alla crescita delle organizzazioni d’estrema destra, nazionaliste e fasciste; alla rinascita del radicalismo sociale e all’acuirsi delle lotte sociali.

Le ribellioni in Bosnia, come precedentemente, in Bulgaria, Romania, e Slovenia, chiariscono che siamo in una fase totalmente nuova. La “calma” apparente degli ultimi due decenni – una calma da cimitero, piena di sofferenze umane – si è definitivamente interrotta, e la classe lavoratrice e le masse popolari stanno riapparendo in lotta nell’arena della Storia.

In solidarietà con il movimento dei lavoratori e dei popoli emergente in Europa e nei Balcani, noi chiediamo:

  • Stop a tutte le privatizzazioni, la ri-nazionalizzazione delle industrie sotto controllo operaio e la gestione dei lavoratori, lotta contro la corruzione e la mafia attraverso la confisca di tutta la ricchezza derubata al popolo dall’oligarchia corrotta, sotto controllo operaio.

  • costruire ogni genere di forma di autorganizzazione operaia e popolare, costruire i consigli operai senza burocrati o rappresentanti delle elite oligarchiche, come organi di lotta e come organi del potere operaio che dovrebbero sostituire il regime della restaurazione capitalista.

  • Sciogliere le forze della repressione dei regimi oligarchici dominanti, sciogliere tutte le gang e le organizzazioni fasciste, costruire dei gruppi operai di autodifesa e una milizia del popolo.

  • Abbasso il nazionalismo reazionario e l’odio etnico, per la solidarietà internazionalista e l’unità di tutti i popoli oppressi! Per una Federazione Socialista dei Balcani!

  • No alla colonizzazione dell’Europa Orientale e dei Balcani da parte dell’Unione Europea Imperialista e dell’FMI! Rompere con l’UE e la NATO! Per gli Stati Socialisti Uniti d’Europa!

Le elezioni europee

Le prossime elezioni europee di maggio ci offrono l’opportunità di intervenire in varie forme nelle diverse condizioni nei differenti paesi, con raduni pubblici, distribuzione di volantini e opuscoli con le conclusioni e il programma della Conferenza, azioni di solidarietà, liste elettorali indipendenti ecc., senza illusioni su alcun “riorientamento progressivo e democratico dell’Unione Europea” o “ di “riforma dell’UE e delle sue istituzioni nel senso di un’Europa sociale e democratica” mantenendo intatto il quadro di un sistema capitalista in bancarotta.

Ci impegniamo ad intraprendere una campagna politica per un’urgente alternativa rivoluzionaria internazionalista e una soluzione socialista alla crisi; a mettere a punto e a lottare con un programma d’azione sulla base delle seguenti assi principali:

  • rispondere agli usurai internazionali, alla dittatura dei “mercati”, delle banche e del capitale finanziario che rapinano e annientano le esistenze di milioni di persone,, con la cancellazione di TUTTO il debito pubblico, con l’esproprio delle banche sotto il controllo dei lavoratori.

  • Tutti i piani di “austerità” da cannibalismo sociale imposti da UE, BCE, FMI e i governi capitalisti devo essere immediatamente fermati. I capitalisti, non gli sfruttati, devono pagare per la crisi del loro sistema di sfruttamento! Dobbiamo lottare per ripristinare salari, pensioni, e i diritti sociali del popolo lavoratore secondo le necessità sociali, non per il profitto di pochi.

  • Contro la disoccupazione di massa, facciamo appello alla lotta per proibire i licenziamenti, per la ripartizione delle ore di lavoro tra tutti i lavoratori. Bisogna sviluppare lavori pubblici di infrastrutturazione, che sono comunque vitali e urgentemente necessari, per creare nuovi posti di lavoro.

  • I baroni della grande industria ricattano sempre i lavoratori perché accettino maggiori tagli dei salari e dei posti di lavoro o altrimenti chiudono o “de-localizzano” le loro fabbriche all’estero; la nostra risposta deve essere quella di occupare tutte le fabbriche che chiudono o licenziano in massa i lavoratori, espropriarle, senza indennizzo, rifarle funzionare sotto il controllo e la gestione dei lavoratori.

  • per una lotta risoluta contro il fascismo, il razzismo e la discriminazione contro le donne, contro l’orientamento sessuale, contro tutte le minoranze! Difendere i migranti e tutte le comunità di oppressi! Eguali diritti per tutti i lavoratori indipendentemente dal colore, l’origine etnica o la religione! I movimenti operaio e popolare devono organizzare Guardie di Difesa Operaia contro le gang fasciste e la repressione statale.

  • Per lo smantellamento dell’apparato di repressione dello stato borghese, della NATO e di tutte le basi e le alleanze militari imperialiste – piena solidarietà a tutte le lotte antimperialiste in Africa, Medio Oriente, Asia e America Latina!

  • Per tutte le immediate richieste vitali della classe lavoratrice e delle masse popolari, il nostro grida di battaglia deve essere:

Abbasso tutti i governi capitalisti! Per i governi dei lavoratori e il potere dei lavoratori! Abbasso l’Unione Europea degli imperialisti! Per gli Stati Socialisti Uniti d’Europa!

 

Prospettive

Noi, partecipanti alla 2° conferenza Euro-Mediterranea dei Lavoratori, ci impegniamo a rafforzare i nostri legami internazionalisti, sviluppando una rete di organizzazioni rivoluzionarie e di movimenti di emancipazione sociale, provenienti da differenti tradizioni politiche, da tutta l’Europa e oltre; ad organizzare regolarmente incontri per discutere azioni comuni e sviluppare le prospettive, sulla via della costruzione di una reale direzione rivoluzionaria internazionale di cui i nostri tempi hanno urgentemente bisogno – l’Internazionale per l’emancipazione umana universale, per il socialismo mondiale!

 

Atene, 30 marzo 2014